Ducaconte a Burranca :-)
Il Duca è sicuramente il personaggio più simpatico della compagnia,
per cui questa uscita è a lui dedicata, Ciao Efisio :-)) (Zio Marco)

Alessandro, Mirco, Giuseppe, Gianluca ed Efisio


colline zona Burranca (CA)

Gennaio 2006


Foto/Report-commentato di Alessandro Mura :


Scusate la qualità delle foto, ma sono fatte dal cell....... ho dimenticato la digitale a casa!

Ci incontriamo con Mirco ed Efisio a Simbi, con loro aspettava un ragazzo gracilino, con un K 620.
A prima vista, un ragazzo cosi piccolo su una moto cosi grande, ho pensato, non arriva da nessuna parte!
Dopo aver deciso di non venire con noi il K va via, e lo fa scendendo tutta la collina in mono ruota in piedi....paura!
MIrco mi chiede: lo conosci?
no, chi è?
si chiama Sandrino Perseu..........
Vi ho detto tutto!

Incontro con Gianlu a Cruxi Lillius!
Presentazione tra Efisio e Giuseppe, che molto elegantemente mi chiede:
Lui è il famoso Ducaconte?
Facendo finta di niente, e ringraziando il supremo, che nessuno avesse sentito, annuisco!


Si parte alla volta di Burranca.
Prima fermata in un incrocio quando abbiamo visto una pecora sola sdraiata, non stava proprio benissimo!
Efisio, evidentemente esperto, gli controlla la bocca, e da la prognosi: c'ha quella ca@@o di malattia!
Ho pensato che si riferisse alla lingua blu!

Poi dopo averla sollevata, la benedice con un decoroso, "bai e farì una bella gagara"!!!
Ripartiti, dopo varie soste, scivolate, e incollaggi dentiere, ci indirizziamo verso una bella mula che ha messo in difficoltà Giuseppe.




Dopo averlo aiutato varie volte a sollevarsi, visto che cadeva sempre sopra la gamba sx, io e Gianlu abbiamo optato per tagliare l'arto con la corda da violino che mi porto sempre dietro per queste eventualità!
La gamba l’ abbiamo nascosta sotto terra, torneremo al caldo a riprenderla con comodità!
Qui il Nissardi dopo l'operazione che si riposa!




Da qui ci dirigiamo verso una tagliafuoco per nulla confortante!



Il solito Gianlu ci da direttive...




.. e saliamo, il tutto molto più semplice di quanto sembrasse!





Addirittura Giusi l’ha fatta talmente veloce, che la macchina fotografica non è riuscita a prenderlo!



Dopo poco una sosta relax romantica...





...per riprendere la strada di casa!
Bella uscita medio/pesante da ripetere sicuramente!

A si biri!!!
Alessandro




Report


Report di Giuseppe Nissardi:
Sabato pomeriggio appuntamento alle 14.30 a Simbi.
Sono in leggero ritardo a causa di qualche problema di vestizione con le protezioni nuove.
Ci sono già Alessandro, Mirco ed un CR 250 2t rosso che non conosco.
Partiamo subito, senza toglierci i caschi, per raggiungere Gianlu e Biba che ci aspettano all'acquafun dell'Orientale.
Durante il tragitto il CR misterioso guida il gruppo ed io lo seguo.
E' un cross puro: no targa, no luci, no silencer, fuorilegge al 100%.
Comincio ad intuire qualcosa ;-).
Al posteriore ha una gomma cross nuova di pacca e sembra un po' nervoso di acceleratore: su asfalto disegna virgole su virgole ed in uno sterratino prende una sbacchettata da paura.
Dopo qualche incertezza di percorso raggiungiamo Gianlu che sta finendo di vestirsi e c'è il tempo per fare due chiacchiere. Il CR si toglie il casco e scambia qualche battuta con gli altri.
Ormai ne sono certo, ma chiedo conferma ad Alessandro: " Ma lui è il DucaConte?" Ale mi zittisce: "Si, ma lui non lo sa e magari potrebbe offendersi!" Comunque il Duc. ehm . Efisio sembra un ragazzo simpatico e ci stringiamo la mano.
Adesso che siamo fermi mi accorgo che quando è in sella tra la punta dei suoi stivali ed il terreno ci sono almeno 20 cm e mi chiedo come farà a zampettare in mulattiera.
Gianluca prende il comando del plotone e ci garantisce un percorso non troppo difficile, poi., magari.., vediamo come ve la cavate...
Torniamo un po' indietro su asfalto e sterratine e poi, attraversando un varco tra discariche di inerti, entriamo nel magico mondo delle mulattierine di Burranca. Gianlu guida, seguono le XR, poi Efisio ed io che chiudo il gruppo.
Visto che gli altri si sono presentati tutti su vecchie bombardone raffreddate ad aria, io ed il DucaConte, che abbiamo moto serie da gara, per fargliela vedere, entriamo subito in una accesa competizione a chi si pianta e cade di più. Si inizia con un guadino su un torrentello fetido, praticamente una fogna, seguito da una salitella fangosa di 3 m.
Le bombardone passano in scioltezza, Efisio fa il guado con molta cautela e non gli si può dare torto, secondo me cadendo in quell'acqua si prenderebbe il colera anche un indiano abituato a bere l'acqua del Gange.
Comunque, partendo da fermo si pianta nella salitella, scende al volo, con mirabile agilità e comincia a spingere scavando fossi nel fango fino a che i ragazzi non lo tirano su.
Io faccio più o meno lo stesso, forse con meno agilità perché non esco da un mese, anche oggi mi sono coperto troppo ed ho sistemato male l'ambaradan di protezioni nuove con le retine da caghineri e sono praticamente paralizzato dalla vita in su (altre pinnicche adesso non me ne vengono :-))). 1 pari.
Si prosegue e dopo un po' trovo i ragazzi fermi intorno ad una pecora immobile, con aria sofferente, accovacciata in una pozza fangosa in mezzo alla strada.
Inizialmente penso che qualcuno la abbia investita, ma ha qualche altro problema.
Gianlu, che è un grande amico degli animali, è preoccupato, stoppiamo un tipo che passa con un Pandino per chiedergli se la bestiola è sua.
Niente da fare, ci indica una vaga direzione, il pastore è di là. Il DucaConte rompe gli indugi, acchiappa il muso della bestiola e cerca di aprirle la bocca.
Quando cominciamo a temere che voglia darle un bacetto :-DDD, riesce nel suo intento, la guarda e sentenzia: "Ha quella malattia!" Quale? Lingua blu? Boh!
Comunque decide che c'è da spostare una pecora, la afferra a due mani per il vello del dorso, la solleva e la mette in moto (sono molto contento di avergli stretto la mano PRIMA :-DDD).
La bestiole da una sgasata e riesce a fare qualche passo ed a togliersi dalla strada.
Ci guarda stupita ma ha un aspetto migliore, possiamo proseguire.
Non chiedetemi dove siamo andati, l'Indiano qui è fuori zona e non ne ha capito niente, so solo che abbiamo seguito Gianluca su e giù in tutte le direzioni, facendo tantissime mulattierine e tagliafuoco e qualche sterratina.
Abbiamo aperto e richiuso (o meglio hanno, visto che io ed Efisio siamo stati esentati da questi lavori manuali viste le nostre precarie condizioni psicofisiche) miriadi di cancelli di rete.
Abbiamo superato innumerevoli sbarramenti di massi, terra o altro.
Insomma sembra che da queste parti si combatta una battaglia senza fine tra orde di enduristi affamati di mulattiere e locali che non ce li vogliono proprio.
In uno sbarramento di massi mi blocco, scendo lasciando la moto che resta perfettamente dritta, con il motore acceso ed entrambe le ruote sollevate, delicatamente appoggiata sulle rocce su entrambi i foderi, piastra paramotore e forcellone. Un incredibile cavalletto naturale!
La difficoltà del percorso è media, impegnativo a tratti, fondo forse un po' troppo bagnato, con diversi tratti tecnici e rocce scivolose, ma non c'è niente di proibitivo.
Le mulattierine sono quasi tutte single track, spesso con un canaletto nelle zone in terra e frequenti gradini e porte di roccia.
Molti tratti li avevo già fatti nell'ultima uscita con gli assatanati, ad esempio la mula della macchina bruciata (ma dove è sta macchina? Io non l'ho notata!), che abbiamo fatto all'andata ed al ritorno.
In salita sono andati in testa gli XR e Gianlu è rimasto con me a fare da scopa.
Abbiamo assistito pazientemente, parcheggiati alla base della mula, alle evoluzione del DucaConte, che credo se la sia fatta tutta spingendo e scavando fossi, senza peraltro perdere il buonumore.
Io qui sono andato un po' meglio, a parte uno schianto contro un macigno che a momenti mi demolisce il faro, meno male che il montaggio elastico ha funzionato egregiamente.
La compagnia è stata splendida: i Bombardoni ci hanno pazientemente tirato fuori, senza mai lamentarsi, da tutti i casini in cui io ed il Duca ci siamo ficcati.
Gianlu, nelle rare soste per riprendere fiato, ci ha tenuto un vero e proprio corso di enduro, spaziando dalla tecnica di guida in mulattiera e tagliafuoco, agli olii, agli occhiali e tanto altro.
A proposito di occhiali, io ed il Duca sicuramente non avevamo quelli giusti, o forse eravamo troppo surriscaldati, e quindi erano sempre appannati al 100% ed abbiamo fatto tutto il giro senza, schivando raffiche di pietre e fango.
Ne abbiamo veramente combinato di tutti i colori.
Di solito il copione era questo: Efisio attacca la mula scavando fossi con frequenti attacchi di Parkinson al polso destro.
Quando diventa troppo tosta si stoppa, salta giù al volo con l'agilità di un gatto e sale a spinta.
Io che lo seguo mi stoppo a mia volta e aspetto, poi, se va bene riparto grazie al motore elettrico, se va male solitamente cado.
Il Duca Conte ha sempre la battuta pronta, dopo l'ennesimo tratto a spinta ha la mano troppo stanca per usare la frizione, cede il CR a Mirco per portarlo su e quando arrivano in cima cerca di venderglielo su due piedi: "Ti finisci di pagare le rate ed è tuo!".
Purtroppo ad un certo punto ho perso il conto delle cadute, sia mie che del Duca, e quindi non sapremo mai chi ha vinto la gara.
Posso solo ipotizzare una certa supremazia da parte mia sul versante cadute da fermo, devo assolutamente allenarmi e sviluppare la tecnica di discesa al volo di Efisio.
Lui in compenso ha battuto tutti i record di salita a spinta.
Delle mie cadute ne ricordo una abbastanza spettacolare in una stupida salita, dove ho fatto una capriola all'indietro rotolando a valle, mentre la moto è rimasta parcheggiata quasi a testa in giù, con il motore acceso e la ruota che gira per aria.
D'altra parte le protezioni a tartaruga per la schiena ed il coccige vanno collaudate :-DDD.
Dopo la caduta ero veramente cotto e non riuscivo a rialzare la moto.
Alessandro e sceso giù pietosamente, mi ha aiutato e dato una spinta talmente energica per ripartire che sono caduto di nuovo.
Alla fine ne sono uscito maltrattando di brutto la frizione.
Arrivato in cima, mentre facevo raffreddare il motore, Gianluca mi ha illustrato il prossimo obiettivo: una tagliafuoco mozzafiato da fare in salita sulla collina che abbiamo di fronte.
E' imponente come quella di Arborea e più ripida, ma per fortuna il fondo è abbastanza liscio.
Terminate le spiegazioni sulla tecnica più opportuna per arrivare in cima, cerchiamo di raggiungere la base della tagliafuoco, il che si rivela più complicato del previsto.
Scendiamo giù fino al torrente e lo guadiamo, ma la tagliafuoco è oltre una recinzione che non si riesce ad aprire. Dobbiamo attraversare un fossato rognosetto, che Mirco smussa con qualche sgommata ben assestata e quando passiamo noi è quasi una autostrada.
Poi c'è da fare un trattino trialistico in mezzo a rocce sporgenti su una gobba che superiamo con alterne fortune, io costringo Ale a fare gli straordinari :-))).
Finalmente siamo al piede della tagliafuoco che vista da lì fa una certa impressione. Sono due muri quasi verticali, con dei tratti leggermente meno pendenti prima e dopo.
I ragazzi salgono uno alla volta e giungono felicemente in cima.
Quando tocca a me Gianluca mi da gli ultimi consigli e mi posiziona in rampa di lancio per farmi recuperare fino all'ultimo cm di rincorsa possibile.
Pronti via, prima, in piedi sulle pedane, peso avanti, seconda e manetta aperta.
La pendenza trasversale mi intraversa e continuo a salire in controsterzo scaricando il peso sulla pedana di valle.
Supero il primo muro, ma poi la ruota anteriore mi finisce sul rilievo di sassi che c'è tra una passata di grader e l'altra e mi pianto.
E mo sono ca@@i penso, meglio non guardare indietro, dove Gianluca sarà preoccupatissimo pensando alla scarpinata che gli toccherà a fare per recuperarmi :-))).
Provo a ripartire: prima, in piedi sulle pedane, seconda, manetta, peso a destra, e vai!
Supero il secondo muro e sono in cima, salvo!
Dopo poco arriva Gianluca in stile impeccabile e ci avviamo al rientro.
C'è ancora parecchia strada da fare e sta per fare buio, ma il peggio è passato.
Ci fermiamo per qualche istante sulla cima di una collina per godere di uno spettacolare tramonto infuocato sul Golfo degli Angeli.
L'unica preoccupazione è per Efisio, che è senza fari, gli suggerisco di accendere gli occhi della faccia di tigre che ha appiccicata sulla tabella :-))).
Per fortuna riusciamo a raggiungere la macchina di Gianluca prima di buio.
Un rapido saluto a Biba e scappiamo via con Alessandro e Mirco che scortano il mitico DucaConte verso casa.
Sono stanco ma felice, nonostante le parole di incoraggiamento di Gianlu mi rendo conto che avrei potuto sicuramente fare di meglio, tenuto conto che ero quello con la moto migliore.
Però almeno credo di avere imparato qualcosa e poi i miei prodi compagni di uscita sono RAGAAAAAZZI!

Grazie ed alla prossima.

Giuseppe