"nuove e vecchie strade"
uscita del 2 febbraio 2008.

Partecipanti : Antonello, Stefano, Gianni, Giuseppe "Peppe", Daniele e Marco.


Scrive Antonello :

Se penso che fino a poche uscite fa non portavo la macchina fotografica perchè tanto ce l'avevano tutti... beh sabato l'avevo solo io, abusivo superstite circondato da hardisti, o perlomeno propensi all'hard se non ancora all'estremo.
Al gerebar siamo (in ordine di apparizione) Stefano, Antonello, Marco, Gianni, Giuseppe, Daniele. Si parte per una Monte Paulis' Classic ma in versione "express", cioè senza fermate, neppure a dispensa (che salteremo dai canaloni), e neppure ai nuraghi. Sul primo tratto raggiungo Marco che trovo col posteriore in un dirupo a destra: non vedo uno straccio di sentiero e sentendomi circondato da hardisti mi insospettisco (non vorrà farci scendere a esplorare di lì?). Ma sento (quasi con sollievo) che è solo uscito fuori per la tangente, complice una forcella dispettosa da regolare, senza conseguenze.

Il ritmo è discreto e dopo la tagliafuoco Sant'Elena Danix fa da apripista buttandosi verso un torrente da esplorare, alla ricerca di una via in risalita verso Dispensa. Seguono varie discese con qualche tratto impegnativo. In un punto pieno di pietroni ho fatto una "quasi caduta", non sentendomi le braccia per farla in seconda (= più controllo ma più sforzo) sono sceso in prima col posteriore che sculettava e l'anteriore che provava a buttarmi giù. Poi inizia il tratto lungo il fiume, con un copione già visto. La tecnica è quella del treppiede, cercando di tenere la moto fra le zampe: e mi tolgo questo rovo di qua, e sposto questo ramo di lì, e abbasso la testa di là ecc. ecc. Arriviamo al limite ancora da esplorare e lasciamo le moto per proseguire a piedi.



Avanziamo spostando rami, rovi e pietre, buttandoci un occhio clinico:
qui si potrà mettere la ruota così, là si potrà passare cosà...
Stefano è interdetto e indicando la moto chiede consiglio a chissa quale suo spirito:



All'inizio Danix pensa di aver trovato il passaggio, magari un po' pericolosetto (Gianni insinua: "Ha una convenzione con l'ospedale Marino"), poi ci ripensa e dice di no. A quel punto, mentre gli altri continuano a gironzolare, io e Stefano torniamo per girare le moto con calma. Appena fatto, arriva il resto del gruppo: "Abbiamo trovato il passaggio!"
... rigiriamo le moto e si riprende a zampettare. In uno dei guadi con doppio gradino penso di avere individuato un passaggio migliore: si, l'ingresso è più soft, ma mi pianto con l'anteriore contro il ceppo di un albero. Do gas per far rimbalzare la ruota sul ceppo e girare il manubrio, ma il posteriore sgomma nel fango. Dopo un paio di queste manovre il buon Stefano prima guarda l'orologio e poi viene a spostarmi l'anteriore come fosse una macchinetta Polystil da rimettere in pista. A quel punto do gas e salgo, stile orso Yoghi in moto, su una rampa ripida di terra bagnata, col supporto iniziale di Gianni che mi tiene il posteriore casomai dovesse scartare.

Senza tanti problemi (qualcuno si è un attimo "coricato" ma roba da niente) saliamo verso una specie di nuovo tratturo creato per fare legna (pare abusivamente e con tanto di multa). Il tratturo è molto bello, eppoi è una liberazione potersi alzare di nuovo sulle pedane!
Torniamo a Dispensa (scusate non conosco la toponomastica dei vari numeri e figure geometriche di Zio e Nonno, non so dare un nome al percorso) dove finalmente ci fermiamo e posso riprendere fiato



Tra le chiacchere Gianni con un'aria un po' triste fa notare che ha messo le grafiche nuove all'Husqvarna, spendendoci un po' di soldini, ma nessuno se n'è accorto. Quando gli ho detto "ok vi faccio la foto a te e alla grafica" sembrava contento



Io non capisco questa gente che si attacca così alle questioni estetiche della moto... MAH!

Approposito, anch'io ho la grafica nuova sul serbatoio, e nessuno se n'è accorto :-((( Ecco la foto:



Dopo abbondanti chiacchere incombe il buio e ci catapultiamo al Gerebar. Birre, patatine e foto di rito (without flash: I have skaresced it)



Per finire una foto che mi sono ritrovato nella memoria della macchina, scattata in Umbria l'estate scorsa (non la usavo da allora): contiene il pasto (e indica gli attributi) dei polverosi che vogliono andare in "mulattiera".



Antonello




scrive Stefano:

Sabato improvvisato.
Come sempre le cose improvvisate sono quelle che riescono meglio.
Senza un programma, mi sono ritrovato a Geremeas per vedere chi c'e' e chi non c'e': Nonno, Zio (ma quando mai, i piu' assidui), Giuseppe, Gianni ed Antonello. Mi adeguo. Antonello, interrogato, esprime le sue preferenze: "tratti scorrevoli e tranquilli". Chissa' cosa ha capito Marco, cominciamo a salire "a fuoco" verso la consueta zona operativa.
Si arriva d'un fiato al nuraghe di Mont'Arbu dove ci fermiamo per una ristoratrice chiaccherata e si decide il tratto a seguire.
L'atmosfera e' la solita svagata e godibile del sabato e la giornata potrebbe archiviarsi con il solito tran-tran. Invece, indifferenti alla spendida luce del pianoro del nuraghe Sant'Elena, proseguiamo senza sosta per la breve tagliafuoco e poi verso l'itinerario "del fiume". Ad un bivio, le nostre guide esprimono la loro intenzione di mostrarci il loro nuovo giocattolo: il percorso che avevano esplorato la settimana prima.
Itinerario scorrevole. Per scorrere, scorre. Il fiume, pero'. Ed eccoci a risalire un sentiero che attraversa piu' volte un fiumiciattolo e va ad infilarsi in una valle un po' stretta e boscosa dove proseguiamo a piedi per vederne lo sbocco. Continuando a seguire il torrente si va su grossi sassi dall'aria macinaossa. Lo stesso Daniele mostra qualche perplessita' e tanto mi basta a decidere con Antonello di tornare alle moto e fare dietro-front. I compari, invece, tardano ad arrivare e quando finalmente si fanno vedere, annunciano la lieta notizia del passaggio trovato. Nuovo capovolgimento di fronte ed andiamo a seguire i nostri. Il giocattolo si e' ricaricato!
E che giocattolo! Una serie di passaggi in sequenza sul sentiero, per me piuttosto impegnativi, che dalla valletta ci riportano sulla strada principale. Ad ogni passaggio, per me, la stessa scena:
passo-non-passo-ma-si'-passo. Prima un guado con micro tuffo e risalita da sponda scivolosa, poi una curva stretta con risalita in contropendenza, ancora altra curva stretta ("ma si' che passi: impenni e giri la moto!" Facile, no?) per impostare lo scavalcamento di una serie di roccette aguzze; da qui piccolo tuffo e risalire su altro viscidume; infine, quando tutto sembra passato, un ultimo colpo gobbo sul quale la moto si ferma a dondolo appoggiata al paramotore. E finalmente la strada, ingombra di rami caduti dalla nevicata di dicembre e non raccolti. Su questi pago dazio quando mi incastro su un ramo e finisco in terra. Nessun danno, ma quella nevicata mi fa penare anche a distanza di piu' di un mese!
Divagazione. La storia di questa strada principale, poco piu' di 700 metri per altro ben tracciati ma non riportati in mappa (come pure tutto il resto del percorso che seguiva il fiume), neppure come sentiero, potrebbe farci riflettere. Marco ha sentito che la ruspa ha operato abusivamente e che questo e' costato una salatissima multa agli apritori: ventimila euro. Bene: se abbiamo intenzione di aprire qualche passaggio nuovo, sappiamo quanto potrebbe costare! ;-)
Finalmente si risale a Dispensa per un'ultima sosta e quindi scendiamo disinvolti malgrado il buio verso Geremeas. Tornantino traditore dell'ultimo chilometro e, dopo tanto viscidume, il fondo secco mi gioca lo schezo di fine serata, cosicche' mi ritrovo pesantemente a terra. Ringrazio le buone protezioni, ma ci rimetto comunque una leva del freno anteriore e la giacca a vento, vittime entrambe dei ritardi dei negozianti che non mi fanno avere i paramani chiusi e la giacca in cordura che servono in queste situazioni. Ma gia', secondo questi negozianti la mia non e' una moto da enduro...
Giornata chiusa secondo consuetudini al solito bar. Qualche ora prima, partendo, pensavo che sarebbe stata una giornata senza particolari emozioni, ma mi sono dovuto ricredere. E' incredibile pensare come questo fazzoletto di terra a mezz'ora da casa continui a riservarne ancora tante di sorprese ed di emozioni.
Grazie a tutti per il bel pomeriggio e soprattutto alla passione ed alla curiosita' di Nonno e Zio.

Stefano
AbuXivo

ps
Antonello, ricordati di spegnere la luce quando esci anche tu... ;-)




risponde Danix:

Intanto occorre precisare che aprire strade con una ruspa è cosa ben diversa dal tagliare qualche ramo per rendere praticabile un sentiero...
stasera ho rivisto le tracce GPS del nuovo sentiero e devo dire che ci sono rimasto male perché ho scoperto che gran parte di quei sentieri li avevamo percorsi circa 4 anni fa... ahi, ahi, sa becesa! un'altra cosa:
siamo arrivati ad un passo dal congiungerci alla mula del bramito, ormai è solo una questione di metri ;-)

ciao.
.danix.