Stefano e Carlo
a Mont'e Paulis



05 Maggio 2007


Report di Stefano "Cunegonda"

Ciao a Tutti/e! eccovi, un po- in ritardo, il mio report.

Intorno alle 11 leggo in lista della programmata uscita con percorso facile prevista per il primo pomeriggio e decido di partecipare, pur senza preavvisare con un messaggio, cogliendo così l'occasione di riprendere l'attività
Arrivo sul luogo dell'appuntamento con un solo minuto d'anticipo, ma non vedo nessun'altra moto. Poco dopo aver parcheggiato, si fa avanti un signore che scende dalla macchina che ho a fianco (istintivamente ho pensato: Forse ho parcheggiato troppo vicino alla vettura e...
Niente di tutto ciò, si presenta (scusami tanto ma ora non ricordo il tuo nome!) un (per me) nuovo frequentatore della lista che è passato per salutare e conoscerci. Inganniamo l'attesa parlando di moto d'epoca (ne possiede alcune e la cosa mi incuriosisce.

Poco dopo arriva Carlo sull'NX 125, lo riconosco subito per averlo incontrato qualche anno fa, in occasione della "paninata araba" e mi conforta vedere che, come me, non è equipaggiato con tassellate.

Insieme a Carlo arriva "messer" BrunoXT, che finalmente occasione di conoscere. Convenevoli e saluti vari, quindi ci accomodiamo in attesa del Nonno e dello Zio, insolitamente in ritardo.

Nell'attesa continuiamo a parlare un po' di moto d'epoca col nuovo iscritto e, dell'Abusivo che sta godendosi la sua ----- e dell'esperienza di BrunoXT in Africa, avventurosa nel vero e proprio senso della parola: proprio non capisco come Highlander abbia smesso di entusiasmarsi nel sentire il racconto... ;) (Buona guarigione, Sergio!).

Arrivano infine Danix, come preannunciato, sul suo Mondial d'epoca con l'immancabile maglia abbinata e lo Zio... senza. Ci spiega d'aver avuto problemi con la messa in moto della "vecchietta" ed ha quindi ripiegato sul Gas Gas 300. Certo che quello di avere un'altra moto pronta in caso di necessità, è proprio un trucco del mestiere!

Qualche altro minuto di convenevoli e chiacchiere col nuovo iscritto e poi si parte, in direzione Monte Paulis-Casa di pietra: il percorso è scorrevole, la prima parte è la semplice sterrata praticamente piatta che ricordavo. Metto la terza, guardo avanti, vedo BrunoXT in piedi sulle pedane, bello alto e dritto e cerco di fare lo stesso (la posizione del manubrio di cunegHonda non mi aiuta, ma fa lo stesso).

Più avanti il percorso presenta pendenze, qualche buca e sassi, perso il brio iniziale ed arranco tra prima e seconda, arrivando a far spegnere la moto in più di un'occasione. Inizia dunque la paziente ma decisa opera di catechizzazione dello Zio in primis, del Nonno poi, i quali mi spronano ad aprire il gas senza timore. Ahimè, ci vorrà ancora qualche chilometro e ad un paio di cadute, non mie ma della moto, perché mi decida a mettere in pratica i consigli.

Arriviamo alla Casa di Pietra e facciamo la prima sosta con foto d'obbligo. Il tempo è variabile, si vede qualche nuvola che promette pioggia, ma non fa freddo e gli animi sono rilassati. Ci stiamo divertendo, più di tutti Danix che da' del gran gas in testa al gruppo.



Ripartiamo in direzione Dispensa Sanguinetti, la salita si accentua, Danix è sempre in testa, mente io ho davanti Carlo. E la sua prima uscita con questa moto, e lo vedo procedere tranquillo ad andatura costante. Più o meno come dovrei fare io che invece quasi lo affianco e mi pianto con la ruota anteriore in un piccolo canale sulla sinistra della carreggiata. Poco male, aiutato dallo Zio riesco a ripartire.

Poi è la volta di Carlo, gli scivola la moto, senza danni neanche per lui. Lo supero senza fermarmi, e procedo oltre seguendo Bruno. Lo Zio raggiunge ed assiste Carlo. Sullo stesso tratto di salita, mi si spegne nuovamente la moto: altro intervento dello Zio (che non ringrazierò mai abbastanza) che però si accorge subito che ho il minimo eccessivamente basso e la frizione che stacca solo nell'ultimo tratto di escursione della leva per poter spuntare e prendere l'abbrivio imposto da percorso. Sfrizionando un pochino riesco a ripartire e levarmi d'impaccio.

Proseguiamo oltrepassando la tratta in pendenza, e ci si presentano le prime pozze d'acqua su fondo pianeggiante. Ne affronto una particolarmente profonda in velocità e senza stare in piedi sulle pedane e ne sco con una netta sensazione di "sederino bagnato" e gocce sul casco e sulla lente della mascherina. Arriviamo alla spicciolata alla dispensa dove in Nonno ci attende seduto, con una espessione soddisfatta: sul terreno la traccia di una derapata.


Durante la sosta, scende dal cielo una debole pioggia che durerà poco, ci impermeabilizziamo e si scattano altre foto: Nonno Danix si lancia in un paio di balzi a tutto gas sul Mondial tra le pozze e BrunoXt lo inquadra e scatta: manca solo l'applauso, e tutti apprezziamo la fine esecuzione.


Lo Zio Marco, mentre fuma il consueto sigaretto, perfeziona la messa a punto di minimo e frizione di "cunegHonda", con la collaborazione di BunoXT che poi la prova.


A fine sosta ripartiamo diretti al Nuraghe S Elena. Percorso inizialmente facile con salite senza sassi e qualche pozza che provo ad aggirare beccandomi delle ramate tra frontino e mascherina, senza conseguenze. ricompare più avanti qualche canale e di nuovo mi fermo con l'anteriore piantato: riesco pero a non far spegnere la moto ed a ripartire, grazie alle opportune regolazioni di Zio Marco (mi sa che cambio meccanico! ;) )

Arrivati al nuraghe, nuova sosta, più breve, accompagnata da divertenti foto: una in particolare ritrae BrunoXT appoggiato alla moto con in mano un fiore.


Si riparte e rifacendo parte del percorso a ritroso, in direzione Paludi, dove Danix e Marco daranno pieno sfogo al gas, mentre Carlo, BrunoXt ed io profitteremo di una più lunga chiacchierata pausa.


Dopo una decina di minuti risento il rombo cupo del Mondial di Danix e i due smanettoni ci raggiungono visibilmente soddisfatti e allegri, raccontandoci di non aver mai visto prima tanto fango alle Paludi. Il Mondial però Danix l'ha quasi del tutto ripulito con un passaggio in pozzanghera, ma non dubitiamo di quanto dettoci anche se non ci sono prove fotografiche. Fanno quindi pausa per alcuni minuti anche Nonno e Zio per poi condurci verso un'altra parte del percorso, meno facile ma non impossibile, caratterizzata prima da una discesa con dei canali e sassi smossi, dove mi cade nuovamente la moto, con un lieve danno al paramani destro e dove ancora una volta vengo soccorso dallo Zio e da BrunoXT (grazie ancora per la chiave da 8, molto dopo ho ricordato dove avevo lasciato la mia :) che mi aiutano anche a rialzare la moto. Durante l'operazione Marco spiega che questa è la famigerata discesa che AleXR detesta a causa di qualche caduta rimediata ed invita BrunoXT a scattarmi una foto. Proseguo poi lungo l'accidentata discesa col cambio in folle ed arrivo alla fine indenne.


Troviamo poi lungo il percorso un tagliafuoco in discesa bello ripido, che percorro allegramente mettendo le marce una dopo l'altra sorridendo dietro il casco. arrivato al fondo della discesa trovo una biforcazione a sinistra ed un'altra rampa davanti, a destra la rete metallica. In alto vedo un puntino, forse è il Nonno oppure Zio Marco, procedo in salita e lo raggiungo. Arrivano poi Carlo e BrunoXT e ci concediamo un'altra sosta, per ammirare il panorama della zona da una roccia poco più in alto: ci si presenta, con una veduta che spazia sino al mare antistante Sarroch, in tutta la sua magnificenza il regno dello Zio. Che ovviamente verrà ritratto in foto. Il Nonno, che già più volte ha visto il panorama, ci attende giù dallo spuntone ma BrunoXT coglie la palla al balzo per fotografarlo. Nonno Danix, col casco calzato, si mette in posa e pronuncia forte: "Mondial!". Divententissimo, sembrava quasi uno spot!


Si riprende la marcia a ritroso e, affrontando in salita la tagliafuoco che avevo percorso in senso inverso poco prima, ingrano troppo presto la seconda ed ancora una volta mi ritrovo con la moto al suolo che non mi riesce di risollevare. L'angelo custode (Zio Marco) prontamente mi soccorre e, rialzata la moto, mi spiega come girarla per arrivare giu alla base della salita e riaffrontare l pendenza con più grinta. Aggiunge ridacchiando un'altra perla di saggezza:"Dai, la moto è la tua, spolmonati tu per riaccenderla in moto!"... e stava pure fumando! Impareggiabile Zio Marco :)).
Procedendo in discesa mi si riaccende ma non riesco a tenerla in moto, arrivato in piano faticherò non poco per riavviarla (vaschetta svuotata mentre era a terra). non appena ci riesco do' un paio di accelerate e riparto "a fuoco" verso la salita! arrivo in cima e vedo Zio Marco che mi fa segno col pollice verso l'alto. Mi prendo una piccola soddisfazione, sto mettendo in pratica le raccomandazioni più volte ribadite: dai gas, bene o male la moto ti porta su. Ora il motore lo sento cantare bello pieno e proseguo con questa andatura per la restante parte del giro.

Percorriamo altri tratti facili con leggere pendenze e piccole pozze, sino ad arrivare ai Cancelli dove il fondo è decisamente morbido. Da qui in poi il percorso è poco più che una lunga discesa da cui raggiungiamo uno sterratone rettilineo e piatto in cui Zio Marco, che mi precede, si esibisce una vera acrobazia: prende velocità, si mette in piedi sulle pedane, poi mette uno dopo l'altro entrambi i piedi sulla sella! Finale con impennata poco prima del ritorno sull'asfalto, quasi di fronte al Café Van Gogh. Ci fermiamo per ricompattare il gruppo e svoltiamo poi a destra in direzione "Gerebar". Siamo ripartiti piuttosto allegretti e non mi accorgo subito che ho staccato eccessivamente Carlo, quando rallento siamo ormai arrivati: scusami Carlo, la prossima volta sarò più accorto.

Sostiamo per un po' al "Gerebar" per la consueta birretta e le prime impressioni sul giro: Siamo tutti soddisfatti, Carlo alla prima uscita con NX si è trovato bene, ancora una volta Nonno Danix gongola. Ha aperto il gas senza ritegno anche col Mondial d'epoca che ci dice essersi comportato benissimo. Quindi ci salutiamo ripartendo alla spicciolata.

Mi sono proprio divertito e al ritorno ho preso la strada nuova e continuato ad aprire il gas per un bel tratto prima di rendermi conto che non era più il caso di esagerare!

Saluti a tutti!

Stefano
"cunegHonda" crm125r model year 1992




Report di Carlo Vittoli :

Report della mia _seconda_ uscita con i polverosi.

ATTENZIONE: report lungo e dettagliato, noioso a tratti, assumere a piccole dosi.

Dopo un anno e mezzo di fermo forzato (no moto), dopo due giri di pochi minuti sulla nuova (si fa' per dire, e' del 91) moto (uno per prenderla da casa di Simplo, l'altro per provarla dopo la sostituzione della batteria), decido incautamente di aggregarmi all'uscita open proposta dal nonno. Forse avrei dovuto prendere un po' di confidenza con l'NX, ma la voglia e' tanta e l'occasione troppo ghiotta per farsela sfuggire. I dubbi di aver fatto la scelta giusta crescono mentre percorro la costiera per raggiungere il Gerebar; mi sento piuttosto impacciato, chissa' cosa combinero' su sterrato.

Comunque arrivo all'appuntamento, dove trovo solo Stefano CunegHonda, che non riconosco; forse e' colpa di quel dottore tedesco che mi nasconde le cose (Dr Alzheimer, NdA). Insieme a lui c'e' Massimo (spero di ricordare bene il nome, senno' e' sempre colpa del dottore di prima), senza moto, venuto solo a conoscere qualcuno del gruppo. Dopo un po' arriva BrunoXT, che esibisce con orgoglio la sua posteriore tassellata slick. Mentre aspettiamo nonno e zio, Bruno offre il caffe' e si fanno due chiacchiere. Alla fine i due arrivano, ma solo uno a cavallo della Mondial, perche' quella dello zio ha fatto i capricci.

OK, e' arrivato il momento. Bruno controlla la pressione delle gomme di Stefano e delle mie, e si va.Il primo tratto non da' problemi; come preannunciato, e' ruspato di fresco, e tutto fila liscio. Quando si comincia a salire, mi devo fermare un paio di volte per sistemare meglio lo zainetto sul portapacchi. Niente da segnalare fino alla prima pausa, a parte una certa lentezza nel salire (ma gli esperti non mollano mai i principianti da soli, quindi siamo tranquilli).


La seconda tratta, fino alla dispensa, e' piu' movimentata. Vedo pero' che la moto si comporta bene, nonostante le momentanee perdite di controllo causate dai sassi. Ad un certo punto, non riesco a tenere la traiettoria e finisco sui sassi a centro strada; la moto balla, si scompone, non la tengo piu' e finisco nel canale a bordo strada. La caduta e' priva di conseguenze sia per me che per la moto (il paramani ha fatto il suo porco lavoro salvando la leva freno). Mi tolgo casco e giubbotto e comincio a spostare la moto a centro strada; inizialmente la tiro su nel canalone, ma vedo che da li', tra vegetazione e dislivello, non ne sarei uscito. Un po' alla volta, la allontano dal canalone, poi si incastra. Prima di capire cosa la blocca, arriva Bruno che mi aiuta a tirarla su (be', praticamente fa tutto da solo). Arriva quindi lo zio, che ammette la sconfitta e annuncia che paghera' da bere (be', ero certo che sarebbe finita cosi'...). La moto fatica a ripartire, e io gia' mi vedo con la batteria a terra (niente avviamento a pedale), ma lo zio smanetta un po' e la mette in moto. OK, si riparte, ferito solo nell'orgoglio.

Nessun problema fino alla dispensa, a parte gli incontri con le pozzanghere. In fuoristrada mi piace prenderle a cannone, ma li' ci sono le lamiere e i vetri che ti tengono asciutto. Verifico ben presto che gli stivali non sono impermeabili e che l'acqua sporca lascia sugli occhiali delle bellissime macchie (queste fatte in una pozzanghera presa un po' troppo sportivamente, sembra che gli schizzi causati dal mio passaggio siano stati abbastanza coreografici). Si arriva alla dispensa, un po' di foto, un po' di manomissione su CunegHonda per regolare la frizione, e si riparte alla volta del nuraghe Sant'Elena. Dai report avevo avuto l'impressione che questo fosse il nuraghe che c'e' dal lato nord della strada; invece andiamo dall'altra parte. Bene, queste sono zone che non conoscevo. C'e' un solo passaggio un po' piu' difficile, canale al centro della strada, e un piccola canaletta dopo pochi metri che taglia la strada. Vedo Stefano che si ferma in quel punto, ma riparte indenne. Sono tentato di fare quel pezzo molto piano, zampettando per non cadere, ma ricordo che alla prima uscita sono caduto proprio per fare cosi'. Vabbe', non pensiamoci piu', e si parte. L'ostacolo si rivela poi abbastanza inconsistente. Si arriva al nuraghe, qualche altra foto,


e poi alla palude, dove il nonno e lo zio vanno a giocare e noialtri riposiamo un po'. Quindi si scende tutti insieme verso Baccu Mandara. Lo zio preannuncia che la strada presenta un punto in discesa relativamente difficile, dove conviene tenersi sulla destra. Si ripassa davanti al nuraghe e poi si continua oltre. Ad un certo punto arriva una discesina un po' piu' complessa. Io penso sia il tratto incriminato, ma comunque lo supero senza troppi problemi. Poco dopo il nonno mi dice che il punto critico e' ancora davanti a noi. Mi da' qualche dritta su come affrontarlo, e si scende. O meglio, lui scende tranquillo, io, con molta piu' calma, lo seguo. Be', se avessi saputo che c'era da passare in un posto cosi', non so cosa avrei fatto. Comunque siamo in ballo, e si balla (decisamente). Tre o quattro volte mi vedo per terra, ma per fortuna la moto si stabilizza e riesco a continuare su due ruote. Vorrei aver capito cosa ho fatto esattamente per restare in piedi, ma penso che il caso ci abbia messo del suo; io mi sono limitato a non farmi prendere troppo dal panico ed evitare di frenare troppo. Si arriva quindi alla rete.

Qui aspettiamo gli altri. Danix mi parla un po' del posto e di cosa ancora ci aspetta. Ricompattato il gruppo, si va prima alla vedetta, dove ci aspetta un bel panorama,



e poi si torna indietro per riprendere la strada che ci riportera' alla civilta'. Un'altra pausa per aspettare Stefano che ha problemi con la moto (anche io ho temuto che potesse spegnersi in una salita, ma per fortuna il motore ha tenuto), mentre Danix gioca ancora un po' con il Mondial. OK, si riparte; Danix e Stefano vanno avanti, io mi rimetto il casco e li seguo. Arrivati al bivio con l'ovile (o quel che e') ho un dubbio sulla strada; immagino di dover continuare dritto, ma non vedo tracce di moto. Mi sembra invece di vederne una che sale a sinistra. Alla fine ritrovo le tracce dopo una pozzanghera. Nel frattempo mi raggiungono gli altri due. La strada qui e' facile, a parte qualche tornantino un po' malmesso che faccio praticamente da fermo. Si arriva al cancello, e quindi allo sterrato.

Qui vado lento. Lo sterrato e' facile, ma la paura che arrivi un'auto in senso contrario c'e', e quindi procedo con molta calma. Diverse volte ho trovato dei deficienti che correvano su strade cosi'. Piu' di una volta sono entrato a cannone in una curva... ehm, volevo dire, ho visto il deficiente di cui sopra che entrava a cannone in una curva come se non potesse esserci nessuno in strada, e non mi andava di vederlo da vicino in uscita. Nessuna altra difficolta' da segnalare, a parte un paio di tornantini in discesa con fondo abbastanza privo di trazione. In uno di questi vedo Stefano davanti a me che rallenta, rallento pure io e blocco il posteriore, ma basta mollare il freno che la moto si riprende. Comunque nel dubbio tengo una generosa distanza di sicurezza, non si sa mai.

Si arriva all'asfalto, bar, birra Poretti come da contratto, e via a casa. La moto ora e' lercia e fangosa come dovrebbe essere. Io ci metto qualche minuto per rilassarmi, ma quando arrivo a casa ho un sorrisone a 32 denti.

Be', bisogna proprio organizzare qualche altra uscita facile, magari anche senza balie, che non si puo' pretendere che siano sempre li' a tirarci fuori dai guai. Per intanto, grazie a tutti i partecipanti per il bel giro. Se avevo dei dubbi sulla saggezza di voler fare sempre piu' fuoristrada e sempre meno asfalto, ora mi sono passati.

Ciao,
Carlo



Report di Daniele :

Ciao a tutti,

sabato 5 maggio scorso ho fatto la mia prima uscita abbastanza seria con il mio Mondial Regolarità 125 del 1976 e ne sono rimasto estremamente soddisfatto. La moto si fa guidare bene ed è divertente, ov viamente bisogna tirarla a dovere per avere le giuste soddisfazioni.


Indubbiamente questo genere di moto ti fanno sentire più vicino alla strada anche perchè gli ostacoli li senti tutti, si migliora qualcosa portando il peso indietro, anche in curva, e/o stando in piedi sulle pedane anche se la cosa non è agevole visto che sulla destra c'è la Lanfranconi a sogliola, delizia per i collezionisti e croce per i piloti, che disturba non poco. Ma quando ti fermi e spegni il motore puoi sfruttare la moto come poltroncina su cui sederti comodamente per osservare l'ambiente circostante, ed in quei momenti non rimpiangi di certo le moto moderne.

A metà giro con Marco siamo andati nelle paludi di "Mont''e paulis", che dopo le recenti piogge sono diventate estremamente fangose, ed abbiamo scoperto che il Mondial va benissimo su quel tipo di terreni!
per due volte mi ha portato fuori da situazioni non facili, con mezza moto dentro il fango. Nella seconda metà del giro mi sono reso conto che il Sachs 6D stava migliorando rispetto all'inizio del giro, evidentemente aveva bisogno di sciogliersi un po', tant'è che a fine giro sono riuscito pure a fargli fare un'impennatina, cosa che fino a poco prima non riusciva minimamente. Insomma, avevo paura di strappazzarla troppo, mentre lei invece aveva solo voglia di correre ed alla fine mi ha pure ringraziato ;-)

Un grazie a tutti i partecipanti al giro e

forza Mondial! :-)))

ciao.
.danix.