Stefano , Giuseppe , Maurizio , Giuseppe , Danilo , Bruno e Giorgio.


Uscita del 11.10.2008
Abusivismo "Capolavoro II"



Siamo arrivati a Domusnovas alla spicciolata ed alla spicciolata siamo ripartiti.
Che fatica questa giornata. Parto in ritardo, da solo -gli altri sono gia' sulla via- e l'affanno con cui mi metto in strada mi rende insofferente dall'inizio. Non mi succede mai, ma comincio subito a desiderare lussi impensabili in moto: il giornale del mattino, la radio, perfino le parole crociate! Un po' piu' di mezz'ora di strada dritta e inesorabile. Uno spazio che diventa presto angosciante: la moto da enduro vale qui come la bicicletta e nei sorpassi capita di sentire qualche volta il fumo della sigaretta di chi e' alla guida. In vita mia ho percorso giornate intere, anche una di seguito all'altra, in motocicletta; chilometri, quelli si' interminabili, di autostrade sempre uguali. Altre volte, il piu' delle volte fortunatamente, guidare e' stata un inseguire le ombre degli alberi o godere del ritmo, a volte esaltato, a volte contemplativo, di una strada di montagna. Oggi no. Oggi non sopporto nemmeno la vista della mia ombra proiettata sull'asfalto e la bella luce di questa mattinata mi sembra un affronto. A mala pena saranno cinquanta chilometri; meno di un'ora. L'andatura e' appena sopra gli ottanta: piu' lento c'e' un'insopportabile risonanza delle ruote, piu' veloce non si avrebbe alcun beneficio ma solo costi.
Passo la periferia (sproporzionata per le dimensioni della nostra citta'), poi l'ultimo semaforo si degna di dare il verde, l'incrocio di Decimomannu e' alle spalle e, alla fine, una curva a destra introduce alla piana del Cixerri. L'occhio alla palina chilometrica legge "venti" ed il gps rassicura sull'orario atteso di arrivo e sui venticinque minuti che mi restano ancora da percorrere. Pochi? No, un baratro; precipito nella noia, nel previsto e nella consuetudine. Mi capita di ripensare alle undici ore guidate, da solo, da Genova a Perpignan, sul confine mediterraneo tra Spagna e Francia: farei volentieri cambio.
Questa pretesa "superstrada" (ma c'e' ancora qualcuno che la chiami cosi'?) sembra piuttosto una pista da bob stirata. Passano i minuti ma sembrano ripetersi. Evito di guardare le paline chilometriche e il monitor del gps e' sulla pagina piu' inoffensiva: ricezione dei satelliti. Vedo solo eucalipti polverosi e immondizia a bordo strada;
i campi, in questa estate che non vuole saperne di finire, sono desolati e brulli. In fondo, la sagoma dei monti di Domusnovas resta immobile. Il rumore della moto mi stordisce e le vibrazioni prodotte dai tasselli sui cerchi un po' piegati fanno ballare la mia ombra sull'asfalto. Il gps mi gratifica di un miglioramento di un minuto sull'orario atteso di arrivo: la vita torna a sorridere!
Un bus si fa sotto, mi supera e come si sposta dallo specchietto scopro che nella sua scia viaggiava un insperato compagno di viaggio, Giuseppe l'Indiano. La sola vista di un infelice che condivide questo martirio chilometrico mi rinfranca un po' e mi aiuta a percorrere piu' serenamente l'ultimo tratto di strada.
L'arrivo, il calore del gruppo, i preparativi del momento fanno dimanticare tutto: si respira e, finalmente, ci muoviamo.
Alla sera, dieci ore piu' tardi, siamo tutti un po' spiritati, stanchi e contenti.
Si riparte alla spicciolata e, ancora una volta, resto solo infondo a muovermi per ultimo. Chissa', la soddisfazione per la magnifica gioranta, il buio che rende invisibile ogni cosa e la luna quasi piena che splende in cielo mi portano in soffio a casa.
Bella giornata, ma che fatica questo asfalto!
:-) ;-)

Stefano
AbuXivo






Scrive Bruno:



Heu... sono perplesso (voce del verbo???)
Ieri al Caploavoro ha partecipato pure L'Indiano Giuseppe e...
Ecco la perplessità.
1° Non è mai caduto!
2° Non ci ha trascinato in nessuna improvvisa ed imprevista "Indianata"!
3° Era troppo silenzioso!

Che non stesse del tutto bene?
BXT.
(Ti voglio bene Giuseppe).




Scrive Giuseppe :



Tranquillo Bruno, non “perplimerti”, è solo che ultimamente avrei bisogno di una macchina del tempo per riuscire a fare tutte le cose che dovrei e vorrei. Ci tenevo molto all’uscita capolavoro e devo dire che la Soddisfazione Abusiva è stata + o – AAAhhhhhhhhhhh, però l’inizio tra corse per accompagnare i bambini a scuola, cambiarmi e raggiungere gli altri in solitudine appiattendo fondoschiena e gomme nuove sulla 130 mi ha lasciato un po’ suonato. Già l’apparizione dell’Abuxivo è stata come un raggio di sole nella tormenta e trovare il resto della Buona Compagnia al Tropic ha continuato a migliorare le cose. In realtà una caduta l’ho fatta, o forse mi è caduta solo la moto ed io sono rimasto in piedi, mentre cercavo di spostarmi di lato per evitare lo scoglio dove si era incagliato Citz nei Rolling Stones. Indianate non era il caso di farne, non conoscevo il percorso, anche se ogni tanto riconoscevo dei passaggi già fatti in precedenti uscite Abusive o con Nicola, e mi sono lasciato portare dalle nostre abili guide senza tentare sortite strane. Effettivamente non ho avuto nulla da ridire sulle numerose soste fotografiche e mi sono limitato a poche esortazioni a ripartire. Spero che la BC lo abbia apprezzato :-))). Devo dire che il primo lunghissimo single track nel bosco è stato fantastico, come pure quello per scendere a Montevecchio e mi sono piaciute molto le tante mulattierine fatte e quei tratti di sabbia. Peccato solo per la polvere delle sterrate e per la desolante siccità della zona. Grazie a tutti per la BC, bacioni

Giuseppe




Scrive Danilo:

Mi ero divertito talmente tanto al primo "capolavoro" che non ho resistito a bigiare la vela, ho l'hobie-cat che quando mi vede scodinzola come un cane con il guinzaglio in bocca per uscire....
Ancora una volta con gomma nuova, metzeler MC4, che sull'asfalto suona come la turbina di un DC9.
Ma 20 km in più del tratto cagliari gerebar sono nulla in confronto alla "strada" che ti aspetta senza bitume. E' vero che mi si è spenta la moto nell'ultimo tratto della salita rolling stones, si è ingolfata di brutto, è la seconda volta, l'altra era sul macigno, forse ho trovato la causa degli spegnimenti verificherò nelle prossime uscite. Comunque a parte questa defiance la dierrina è stata perfetta.
Credo che il successo di questo percorso stia nella sequenza invertita della difficoltà. Partire subito con una salitaccia ti proietta immediatamente nella dimensione OFF e senza star li a perder tempo ti ritrovi a godere del gioco che ci appassiona tutti.



Infatti, nel single track del bosco, ancora una volta sono tornate le facce da teletabies, come dire ? quel sorrisino che viene da dentro e che non riesci a nascondere.



Una notazione speciale per Bruno……. In tanti ci siamo chiesti: - ma come ca@@o fa a salire le mule con un passo così lento (...più lento) e inesorabile ? perché è così difficile superarlo ? (vero Giorgio ?).
Nelle prossime uscite cercheremo di approfondire la cosa :-)))))

Ciaooo

Danilo DR350