Uscita 14 Dicembre 2003

Cagliari-Capoterra-Monte_Orrì-Cucuru_Cadira-Villamassargia-Domusnovas
Marganai-Arenas-Antas-San_Benedetto-Marganai-Grotte_San_Giovanni
Domusnovas-Villamassargia-Cucuru_Cadira-Orbai-Cagliari... 250 km!!!


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Report

Uscita del Dicembre 2003 - Prova motocavalcata

Finalmente ci siamo, dopo migliaia di e-mail scambiate oggi si fa sul serio e si parte per la prova di motocavalcata della Sardegna Sud-Ovest.

Sono un po' emozionato perché il giro sarà lungo e parteciperanno molti polverosi che non conosco di persona e per di più ancora non ho capito quanto sarà impegnativo il tracciato.
Comunque le MT21 appena montate mi tranquillizzano, peggio di come andava con le gomme stradali non sarà. Riempio il tank da 22 litri fino all'orlo e parto.

Il primo appuntamento per chi viene da Cagliari e dintorni è alle 8 al cancello FS.
Ci siamo: io su Suzuki DR600, Daniele DR Z400, Maurizio DR350, Cesare HSQ 400 e Marco Yam TT350. Mancano all'appello Calogero TT600 (giustificato) e Maurizio Dominator 650, peus po issus.
Breve trasferimento a Poggio dei Pini dove i ragazzi di Villasimius stanno scaricando le moto dal carrello e arrivano gli altri da Poggio e dintorni: Nicola Kesta, capotribù e guida indiana della cavalcata, su Ktm 450, Giorgio idem, Giampaolo "the President" Ktm 520, Sergio Kawa 300, Andrea Yam WR400 e Alessandro idem. In tutto siamo in 11.
Saluti, pronti, VIA!!! Altro breve trasferimento su asfalto attraverso Capoterra fino al ponte sul Rio S. Lucia e finalmente inizia lo sterrato.

Da subito si capisce che il giro sarà a due velocità: davanti gli smanettoni, che ad ogni partenza dopo le soste si lanciano ululando alle calcagna di Nicola, e dietro noi lenti, che, forse perché siamo meno bravi o abbiamo moto meno competitive o teniamo famiglia e non siamo più ragazzini e non vogliamo rischiare più di tanto, non riusciamo a tenere quel passo.
Comunque, dopo un problema iniziale che ci fa perdere un po' di tempo quando il gruppo si spezza e i lenti sbagliano strada, si arriva ad un compromesso soddisfacente: il primo dei lenti impara a seguire le sgommate sul terreno quando arriva agli incroci e davanti non vede nessuno, e Nicola ogni tanto stoppa gli smanettoni per dare modo al gruppo di ricompattarsi.
Il povero Danix è un po' sacrificato nell'ingrato ruolo di scopa, ma ogni tanto, quando non ne può più, ci passa sgommando e va a raggiungere gli smanettoni per pulirsi le candele.

Il primo tratto del percorso va da S. Lucia fino alla SS 293 Siliqua-Nuxis, passando a N di Monte Arcosu, in un bosco di Eucalyptus nell'ultima parte.
Il tracciato è vario e piacevole, medio - facile, salvo una breve rampa molto ripida e sconnessa, dove Maurizio, con gli slick, si pianta.
La buona vecchia sana solidarietà dell'endurista non manca mai, tutti giù, una spinta e si riparte.
Nel tratto finale i lenti dimostrano anche la loro utilità nel recupero oggetti smarriti (targhe per esempio).

Attraversata rapidamente la statale si fa una sosta con foto e spuntino sotto uno dei bei ponti della vecchia ferrovia.
Cesare ha forato l' anteriore, ma per fortuna la bomboletta gonfia e ripara funziona e via di nuovo tutti in fuoristrada verso Villamassargia.
Il tracciato in direzione Ovest - Nord Ovest è sempre gradevole, con saliscendi, tornanti, roccia, fango, bosco, nebbia e tutto quello che vi piace.
Si passa in mezzo agli edifici delle miniere Rosas, dove comincio ad avere qualche problema alla frizione, che sembra risolto dopo una regolatina, e dal bivio per Orbai. Niente di particolare da segalare, salvo un'altra salitina ripida e viscida che ricordo bene perché questa volta sono io a fare da scopa e devo spingere Maurizio da solo (Nicola ti scongiuro procuragli al più presto 2 gomme decenti!).

A Villamassargia sosta per benzina e Maurizio, che ha impegni familiari, ci saluta e rientra via asfalto.
Restiamo in dieci piccoli indiani.
Trasferimento verso Domusnovas e giro turistico del paese alla ricerca della strada giusta.
Su uno sterratino in periferia Alessandro va dritto a cercare asparagi in un cespuglio. Il radiatore non gradisce e comincia a fare pipì, ma con un rabbocco di acqua fresca ogni tanto si può continuare.

Si va verso il villaggio minerario abbandonato di Arenas passando in un bel bosco, ma, come giustamente osserva Giampaolo, non si riesce ad apprezzare bene il paesaggio.
La strada infatti invita ad "aprire" e le immagini risultano mosse.
Il gran Capo, forse esasperato da quella muta di scalmanati che lo tallona da 4 ore, esagera un po' e, dopo una controsterzata lunga 3 Km ed altri 2 Km di arata di strada, si ferma a cercare porcini nel sottobosco.
Un attimo di spavento, ma, a parte qualche raschiatura ed una freccia penzoloni, i danni sembrano limitati (tutto OK Nicola?).

Si riparte con andatura un po' più tranquilla e si arriva ad Arenas dove facciamo pausa in un area picnic in mezzo al bosco.
Si mangia allegramente, anche grazie ad un po di vinello buono, e dopo un po' di lazzi, frizzi e foto si riparte.

L'idea è di arrivare fino a Cala Domestica passando da un canyon molto bello e poi decidere il ritorno in base all'ora.
Il percorso è sempre piacevolissimo e variato, siamo vicini al tempio di Antas, si fa un pezzetto di asfalto e poi ancora sterrato fino a che non mi si rompe il cavo della frizione.
Devo ammettere di essere totalmente privo di attrezzi e ricambi ed anche parecchio arrugginito come meccanico (l' ultima volta che ho cambiato un cavo di frizione deve essere stata 10 o 15 anni fa) e propongo quindi di proseguire, anche perché mi secca fare perdere altro tempo agli altri.
Ma ecco di nuovo la buona vecchia sana solidarietà dell'endurista e saltano fuori da tutte le parti attrezzi e meccanici, in particolare Marco si dimostra ancora una volta un formidabile compagno di uscite e, dopo avermi regalato la settimana scorsa la gomma anteriore tassellata seminuova, tira fuori un set di cavetti e morsetti di scorta (alla prima occasione ti devo offrire perlomeno un pranzo!).
Nonostante gli sforzi la riparazione non va a buon fine e devo continuare senza frizione.
Se a qualcuno fosse rimasta la curiosità, ho verificato che la rottura era probabilmente dovuta a 2 sassetti di quarzo intrappolati tra il cilindro ed il comando frizione, che impedivano il movimento del braccio e del cavo, e la riparazione non andava perché il morsetto fuori dalla sua sede urtava su un bulloncino del carter e bloccava la corsa del braccio, insomma una grandissima CA..TA!!!!!.

Ripartiamo e poco dopo una raffica di vento fa chiudere una sbarra di ferro addosso a Cesare con dolorose conseguenze (come va Cesare? Spero che di mestiere non facessi il pianista!!!).
Mentre attendiamo che l'infortunato si riprenda ci raggiunge e saluta un gruppetto di fuoristradisti locali con moto enduro e trial.
Ripartiamo e poco dopo abbiamo la sgradita sorpresa di trovare la strada del canyon sbarrata da una specie di diga di macigni.
Impossibile passare, i ragazzi mi danno gentilmente una spinta per permettermi di partire in salita senza frizione, e si torna indietro.
Percorriamo un bel tratto di sterratone veloce tutto curvoni e tornanti e finalmente torniamo sull'asfalto sulla SS 126 nel tratto tra Fluminimaggiore e Iglesias.

Devo salutare i ragazzi, che hanno in programma ancora fuoristrada nella foresta Marganai e prendere mestamente la via del ritorno. Il contaKm parziale segna 152 Km di cui circa 120 off-road e ne dovrò fare altri 80 senza frizione, schivando semafori rossi e centri abitati, prima di tornare a casa.
Dal racconto di Marco e dalle foto viste sul sito sembra che i 9 piccoli indiani rimasti non si siano annoiati nell' ultima parte del percorso.
C'è un volontario che ci fa un piccolo report?
In particolare siamo curiosi di sapere come è che il Kawasaki è sceso nel bosco a cercare funghi.

Vi mando i miei più cordiali auguri di buon Natale e buone feste.
Ci sentiamo a fine anno per le prossime uscite.

Saluti a tutti.
Giuseppe